Ramificare - mostra personale

15/03/2013

Ramificare
personale di Miriam Pertegato
a cura di Ermanna Panizon

“L'articolazione di un albero rappresenta tanto la storia quanto il futuro della sua crescita, del suo mettere rami e radici, del suo adattamento e della sua ricerca d'acqua e di luce" John Berger

Una complessa rete di rami di acacia si estende sulla carta. Una figura di donna presiede alla lenta espansione del tronco che si dirama, in modo apparentemente casuale ma ordinato, fino ad aprirsi in gemme e piccole foglie. Ogni movimento eseguito dalla pianta nel tempo è osservato e ricostruito dal segno sul foglio per indagarne la ratio e partecipare, con questo esercizio di pazienza e sollecitudine, alla lenta fatica della natura.
La tensione necessaria e costante della crescita organica, la cui direzione di sviluppo è ignota fino a che non si manifesta, è immagine della pratica disegnativa di Miriam Pertegato: l'artista non progetta a priori ma si lascia guidare da ciò che il segno sulla carta suggerisce progressivamente. Guardare dall'esterno qualcosa di proprio crescere, con dedizione e con animo pronto ed aperto a scoprire, corrisponde all'attitudine di una madre verso il proprio bambino. Nonostante l'opera di Miriam sia profondamente personale, questo affettuoso distacco dell'autrice dalla sua creazione permette ad ogni osservatore di entrare in sintonia con i suoi disegni, pur non sapendo a quale ricordo della vita dell'artista si connetta il racconto evocato dalle immagini oppure quale riflessione abbia determinato lo stile della rappresentazione. La leggerezza del tratto e dello sguardo si uniscono, nelle sue creazioni, alla quieta e profonda contemplazione di se stessi e del rapporto tra il proprio corpo e il divenire naturale.
Alcune carte sono nate dall'esperienza di soggiorno artistico in Finlandia, una terra che ha ispirato la ricerca visiva di Miriam Pertegato anche dopo averla lasciata, altre offrono dei frammenti di relazioni intime ed affettuose, con una vecchia cagnolina che non c'è più e con una bambina appena arrivata. Il corpo dell'autrice è quasi sempre presente, ma senza che si percepisca alcun desiderio di esibizione, perché nel disegno il corpo diventa universale, non è un'impronta dell'ego ma uno strumento di riflessione.
L'osservatore è invitato così ad assistere a brevi momenti di introspezione, spesso alleggeriti da un sorriso autoironico, oppure può decidere di perdersi, come una bambina in un bosco di carta, alla ricerca di un animale amato e perduto.

 

Inaugurazione venerdì 22 marzo alle 18.30

Spazio Leolab via dei Leo 6/a

34141 - Trieste

La mostra rimarrà aperta fino al 10 maggio da lunedì a venerdì ore 10-12/16-19.

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