KulttuuriKauppila, parte 2

17/10/2010

Dopo qualche giorno di incertezza e adattamento fisiologico al nuovo clima ho ritrovato la concentrazione per lavorare. Come da progetto, durante questa seconda settimana ho dipinto un nuovo autoritratto più piccolo e più convincente del precedente, e nel frattempo ho continuato a disegnare. Il mio obiettivo personale durante questa residenza è riuscire a ottenere la stessa mia libertà di comporre, di sbagliare e di immaginare che ho sempre avuto sulla carta, anche attraverso la pittura ad olio. Per questo mi aiuto anche con dei grandi acquerelli, che in qualche modo fungono da ponte tra un mio processo creativo e l’altro. Di fondo rimane sempre una analisi introspettiva,  ma nella pittura mi sento ancora molto legata all’immagine che vedo riflettersi allo specchio. Una preziosa amica mi suggerisce puntale le parole di Berger: “...i disegni sono fatti per esorcizzare un ricordo che tormenta, per togliersi una volta per tutte dalle mente una immagine e metterla su carta. L'immagine insopportabile può essere dolce, triste, paurosa, attraente, crudele (cfr. John Berger, Sul disegnare, Libri Schiewiller, 2007). Così, aggiungo, devono essere anche i miei dipinti, divincolati dalla rappresentazione meramente superficiale di ciò chiamiamo realtà oggettiva.

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